Ora
l’Europa ci serve veramente
Di
Carlo Pelanda (22-11-2009)
Il mondo sta
cambiando contro l’Europa. Per evitarlo gli europei devono aumentare le
capacità sia di cooperazione interna sia di proiezione globale della potenza.
I problemi la
cui soluzione può essere solo una Ue più coesa ed estroversa sono,
sintetizzando, due. (A) l’America guidata da Obama ha reagito all’emergere
della potenza cinese cercando l’alleanza con questa ed annullando quella con
gli europei. La scorsa estate Obama ha dichiarato la fine del G7, dal 1975 di
fatto G2 euroamericano, trasferendone la missione al G20, cioè ad una
istituzione dove comandano chiaramente Washington e Pechino, la seconda sempre
di più. In questo cambiamento epocale ci sono due pericoli. Il G2 sinoamericano
scriverà le regole globali escludendo gli europei. Peggio, la Cina è una mina per il
mercato globale. Senza democrazia i conflitti di potere potrebbero diventare violenti e destabilizzare
il sistema. Senza istituzioni di garanzia economica la ricchezza creata non si
diffonde a sufficienza nella popolazione. Ciò crea enormi squilibri sia interni
sia nel ciclo globale, distorcendolo e mettendolo a rischio di crisi che poi
arriverebbero, devastanti, fino a noi. Solo dei folli possono a concedere a
questa Cina autoritaria, disordinata e fragile la centralità nel mercato
mondiale. (B) Il modello di welfare europeo non funziona – fin dai primi anni ’90 è finanziato con
debito crescente – e la sua pesantezza rallenta la ripresa. Bisogna cambiarne
la struttura per renderlo capace di fare più crescita. Ma le nazioni non hanno
la possibilità di farlo da sole senza far male a qualcuno, cioè di attuare
riforme mantenendo il consenso. Ecco perché ora serve un’azione integrata
europea che allarghi la base di capitalizzazione, e di mercato, necessaria per
investire su un modello economico più efficiente senza passare attraverso
l’impoverimento temporaneo delle popolazioni. Inoltre solo un’Europa coesa ha
la scala per costringere/incentivare gli americani o ad invertire il G2 o ad
includerla in un G3 capace di condizionare la Cina verso politiche di stabilità interna ed
esterna. Ma potrà riuscirci un’Europa che tende più a rinazionalizzarsi che ad
integrarsi? Lo potrà, ora, perché i governi si stanno accorgendo dei problemi detti
sopra, la svolta di Obama recentissima. Ed è evidente la soluzione senza
alternative: o più Europa o declino di tutti gli Stati europei. Gli europei
reagiranno, già i primis segnali visibili. Non sarà un’irrealistica svolta
confederale. Potrà essere solo un rafforzamento dell’alleanza tra nazioni che
vedono in un’Europa più forte un moltiplicatore della loro capacità di
difendere gli interessi nazionali. Non sarà facile ottenere il consenso interno
per tornare nel mondo con l’ambizione di influenzarlo. Le sconfitte e
delegittimazioni morali degli imperi europei precedenti hanno lasciato
timidezze e debolezza. Ma o l’Europa torna Impero o lo farà la Cina, l’America sbandata. Alla storia che cambia
si risponde facendola, l’Italia si riabitui.
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